lunedì 8 dicembre 2014

#factory365

Il Partito Democratico è in questo momento l’asse portante della democrazia italiana. La nostra generazione, nell’attività politica di tutti i giorni, parte da questa convinzione. Non era scontato che
questo accadesse in una fase così complicata per la vita del nostro Paese. L’esito delle scorse elezioni politiche, l’emergere di forze populiste e antieuropee, il rischio del ritorno di forze razziste e di
estrema destra, la lunga crisi di un centrodestra ormai orfano di Berlusconi: tutti fattori rilevanti che segnalano una ridefinizione complessiva del campo in cui si muove la classe dirigente italiana.
Peraltro, questa ridefinizione tocca ogni settore della nostra società: rendite di posizione e corporativismi di ogni genere sembrano venire progressivamente meno di fronte ad una devastante crisi economica ed a un conseguente mutamento dei bisogni, delle necessità, delle aspirazioni della cittadinanza diffusa, sempre più impaurita e scoraggiata in un Paese che sembra non entrare in una
nuova stagione di sviluppo. In questo quadro il PD emerge come l’unica forza di governo credibile: lo straordinario risultato del 40% alle elezioni europee, non è la causa, bensì l’effetto di questo processo.

Allo stesso tempo una caratteristica irrinunciabile del Partito Democratico consiste nella grande ricchezza di tradizioni politiche presenti al suo interno. Questo pluralismo, coniugato con un necessario rinnovamento della politica italiana, è alla radice dell’originalità del PD, un partito vivace ed autentico, capace di superare le diverse crisi passate dal nostro Paese. Insomma, a rimanere in piedi in una tale confusione è proprio quella forza nata nel campo del centrosinistra per quei giovani che avranno vent’anni nel 2020.

Siamo nel 2014, ed i ragazzi che avranno vent’anni nel 2020 hanno preso la prima tessera dei GD.
La nostra generazione è costituita dai nativi del PD, quel soggetto politico che sembra essere il principale depositario dei sogni, delle speranze, dei progetti di un Paese intero. In questo senso il PD è il partito della nazione: quella forza che si assume la responsabilità della guida dei processi del Paese e lo fa uscire dalla crisi in cui si trova.

È per queste considerazioni che viviamo con una certa preoccupazione il carattere del dibattito interno al Partito Democratico, facendo molta fatica a seguirlo, comprenderlo, parteciparvi.

È questa difficoltà all’origine della nostra insofferenza e delle nostre posizioni.

La discussione è stata offuscata da continue dichiarazioni polemiche, da accuse reciproche di “intelligenza con il nemico”, dal sospetto che si alimentino alternative politiche parallele al Partito
Democratico, divenendo sempre più incomprensibile agli occhi dei tanti che vedono nel PD una speranza per il loro futuro.

Vogliamo essere ben chiari: il nostro non è un semplice richiamo alla sua unità.
Siamo del tutto consapevoli che, come abbiamo già scritto, il PD è costituito da più anime e da tradizioni diverse, e pensiamo che sia del tutto legittimo che quelle stesse anime si organizzino e si esprimano, facendo vivere il dibattito pubblico.
Denunciamo però la scarsa ricerca e il mancato esercizio di quell’attività di incontro e sintesi delle sue tante culture, intelligenze, sensibilità che lo animano: non svolgere questa funzione rende il partito intero più fragile e più permeabile ad interessi esterni, mentre servirebbe la capacità di coniugare la necessaria unità nelle scelte ad una funzionante democrazia interna, rispettosa
delle opinioni di tutti.

I GIOVANI DEMOCRATICI VOGLIONO AIUTARE IL PD AD INTERPRETARE QUESTO RUOLO.
Siamo una grande organizzazione, forte di punti di vista differenti, presente in tutti i territori del Paese e con l’ambizione di cambiare se stessa per stare al passo con le nuove sfide che abbiamo di fronte. Riteniamo che, da una parte, il Partito Democratico abbia bisogno di nutrirsi delle idee e dei sogni di una nuova generazione, e, dall’altra, che sia imprescindibile una discussione vera ed aperta.

Per queste ragioni chiamiamo a raccolta le energie che vogliono contribuire alla proposta del PD: quel popolo largo fatto di lavoratori, studenti, intellettuali, militanti e dirigenti, che, magari
silenziosamente, credono nel suo progetto e vorrebbero portare un contributo in più.
Vogliamo che quella ricchezza di idee, quella originalità di culture diverse, abbia, in una nuova forma, come luogo di incontro il Partito Democratico: solo così infatti potremo dare vita ad un esperimento originale, vero, in grado di mescolare ciò che veramente serve al PD
ed al suo governo.

Questo è il nostro obiettivo: mettere in circolo le idee, farle confrontare, sperimentare nuove forme di discussione anche all’interno del Partito Democratico, e non solamente nelle organizzazioni di corrente. Questo vuole essere il contributo alla radice del nostro impegno: chiedere al PD di svolgere bene il suo ruolo di asse portante della democrazia italiana e ricordargli di essere una
grande comunità.

Una comunità di cui il Paese ha maledettamente bisogno.

7- 8 DICEMBRE 2014
PIAZZA ORAZIO GIUSTINIANI
ROMA

#factory365 #stacce


martedì 2 dicembre 2014

VADEMECUM DELLA DEMOCRAZIA

La democrazia è il potere di un popolo informato. Con queste parole Alexis de Tocqueville nel XIX ci esponeva la sua idea di democrazia e proprio di democrazia si discuterà il prossimo venerdì 5 dicembre presso la sede del PD di via Cherubini alle ore 21.00 con un giovane ma affermatissimo ospite, Luca Alici professore universitario di Filosofia presso l’Università degli Studi di Perugia, introdurrà Mauro Pierfederici.
L’idea è di fare un piccolo excursus storico della democrazia per riflettere sulla sua forma attuale e come essa coinvolge oggi i cittadini. In molti dei recenti conflitti si è combattuto per gli ideali di democrazia e di libertà, dalla rivoluzione francese alle primavere arabe, oggi per lo meno nel nostro paese fa già parte del bagaglio culturale di ognuno, eppure recentemente con l’arrivo di internet e dei social network si è creduto che la democrazia potesse trasformarsi in qualcosa di più diretto e istantaneo. La stessa democrazia però ha bisogno di partecipazione e di informazione, perché ogni cittadino ha diritto e il bisogno naturale di occuparsi della “res pubblica”, infatti è il cittadino il protagonista della democrazia, non può rimanere estraneo alle sue responsabilità in quanto non deve essere un soggetto passivo, una scatola che si può riemprire di nozioni senza adottare uno spirito critico.
È importante per il cittadino tornare ad essere convinto e consapevole dei suoi diritti e doveri, dei valori, della responsabilità politica e della tolleranza, sono questi con molti altri termini e concetti cui si parlerà in maniera fresca e trasparente senza considerarla come una lezione, ma un semplice scambio di idee e pensieri.
                                                                                           

Boris Diotalevi
Coordinatore GD Senigallia

lunedì 17 novembre 2014

I GD FAVOREVOLI AL PROGETTO DELLO SKATE PARK

Noi Giovani Democratici di Senigallia vorremmo mettere in evidenza una proposta avanzata da Jan Agostini, proprietario di un negozio di articoli sportivi, in merito alla riqualificazionedell’area antistante il Residence Milano.
Il progetto (in realtà sono ben due), che prevede la trasformazione del piazzalesul lungomare in uno Skate Park, è già stato presentato al sindaco Mangialardi che si è detto positivamente colpito, ma ha sollevato il problema dei fondi che andrebbero stanziati per la realizzazione.
Riteniamo che l’idea sia non solo molto buona in quanto permetterebbe di convertire un’area inutilizzata in un luogo di ritrovo per ragazzi e in un polo di attrazione per i turisti, ma soprattutto che sia un bell’esempio di quella “cittadinanza attiva” di cui spesso ci troviamo a parlare e che va ad aggiungersi all’operato dell’ente amministrativo.
Questo esempio di amore per la nostra città e di desiderio di miglioramento è apprezzabile, e auspichiamo che possa fungere da stimolo per altri gesti simili.
Come Giovani Democratici non possiamo far altro che accogliere positivamente eappoggiare il progetto presentato e chiediamo al Comune di prendere seriamente in considerazione la proposta, magari ponendosi da intermediario per la ricerca di un soggetto finanziatore.
Se, come auspicato da Agostini, si riuscisse a coinvolgere un’azienda (magari legata al mondo degli skater) che sponsorizzi la messa in atto del progetto, con la possibilità di utilizzare poi la struttura per iniziative o eventi sportivi futuri, ciò potrebbe portare in termini economici maggiori introiti alle imprese della zona: locali, bar, stabilimenti balneari, hotel.

martedì 30 settembre 2014

MANIFESTO PER LA PREVENZIONE DEI DISASTRI FLUVIALI

 Manifesto sulla prevenzione dei disastri fluviali

Il 3 Maggio 2014 è stato un giorno tragico per la città di Senigallia, le forti piogge hanno provocato un’inondazione del fiume Misa che ha investito buona parte della città.
La protezione civile i vigili del fuoco e le forze dell’ordine si sono subito messe a lavoro e nell'immediato sono stati istituiti dei punti di raccolta per i cittadini rimasti privi di alloggio o in difficoltà.
Nei giorni successivi il presidente del consiglio Matteo Renzi e il presidente della regione Marche Gianmario Spacca hanno fatto visita alla città constatando quello che era successo e impegnandosi a riconoscere a Senigallia lo stato di emergenza.
Purtroppo è spiacevole ricordare tale evento ma è fondamentale in quanto i sempre più frequenti fenomeni di tale intensità, portano a una necessaria e maggiore attenzione e controllo del territorio in tutte le sue sfaccettature geologiche.
Tali richieste di maggiori controlli non sono frutto di presunzione in materia, ma nascono da un grande amore per la terra dove si vive.
È importante la precisa attuazione delle norme di salvaguardia dei fiumi e dei controlli sui loro cambiamenti, alla base per una miglior sicurezza cittadina vedi legge regionale n.13 del 17 giugno 2013 e legge regionale n. 31 del 12 novembre 2012.
E comunque necessario comprendere che si può affrontare il dissesto idrogeologico concettualmente in due fasi distinte: la prevenzione e le disposizioni cautelari.
I metodi di prevenzioni possono essere:

Prevenzione:
- Contratto di fiume. Un pratica che ha avuto inizio nei primi anni ’80 in Francia è il “contratto di fiume” protocollo giuridico per la rigenerazione ambientale del bacino idrografico di un corso d'acqua, dove permette di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale. Questi contratti di fiume possono servire a creare una rete complessa di autori locali pubblici e privati che sono responsabili, direttamente o indirettamente, del destino dei fiumi.
- Progetti che assicurano una periodica pulizia e osservazione del fiume. Progetti come quello avviato dal comune di Senigallia, nella zona di Bettolelle, per la creazione di una piccola centrale idroelettrica sul fiume Misa, avrebbe un significativo impatto sulla salvaguardia e osservazione del fiume.
- Danno umano. Abusivismo edilizio, estrazione illegale di inerti, disboscamento indiscriminato, cementificazione selvaggia, agricoltura intensiva: sono tutti fattori che contribuiscono in maniera determinante a sconvolgere l’equilibrio idrogeologico del territorio. Un territorio estremamente fragile, in cui semplici temporali provocano continui allagamenti e disagi per la popolazione. Le cause vanno ricercate soprattutto nella pesante urbanizzazione e nella speculazione edilizia: fenomeni che sarebbe un errore considerare legati solo al passato. Occorre operare un attenta pianificazione del territorio, osservando anche lo storicità degli eventi calamitosi, per modificare gli attuali piani regolatori.

Disposizioni cautelari
- Buona comunicazione. Ulteriore aiuto può arrivare con delle forme di crowdsourcing basate sulla collaborazione partecipativa di utenti sparsi ovunque nel territorio, che riescano a monitorizzare il fiume e tempestivamente avvertire, attraverso la rete e i social media, sulle condizioni del corso d'acqua.
- Bacini d’espansione. Creare opere idrauliche che vengono realizzate per ridurre la portata durante le piene di un corso d'acqua tramite lo stoccaggio temporaneo di parte del volume dell'onda di piena.




Giovani Democratici Senigallia

mercoledì 10 settembre 2014

DEMOCRAZIA: UN PASSATO DIMENTICATO, UN FUTURO INCERTO

Democrazia. Una storia antica e attuale, densa di sogni, realtà, battaglie, vita. Impossibile riassumerla in un articolo. Questo è, piuttosto, un invito ed un'esortazione.
È, anzitutto, un invito a partecipare agli eventi che i Giovani Democratici organizzeranno in autunno su questo tema: a partire da una mostra fotografica e proseguendo con dei convegni per inquadrare la democrazia sotto tutti i suoi aspetti, da quelli umanistici a quelli storici, arrivando sino al presente e al nuovo intreccio tra democrazia e social network.
Ed è un'esortazione: perché la democrazia non è scontata. Sono bastate poche generazioni perché si cancellasse dalle menti -e soprattutto dai cuori- il valore della libertà e della democrazia, diciamo anche, il loro prezzo. La dittatura, la guerra, il sangue dei civili e dei partigiani. C'è una sensazione di stallo, di sospensione che attraversa questo vecchio continente - questa giovane Europa. Dentro un occhio del ciclone che si fa sempre più stretto. Avanzano i partiti nazionalisti, l'Unione Europea temuta come un tiranno, il potere legislativo che appare sempre più in mano a speculatori di borsa. E ancora, la crisi Ucraina, le primavere arabe e le loro svolte autoritario-integraliste, la Turchia  -Europa o non Europa?- in bilico tra il conservatorismo di Erdogan e i ragazzi di piazza Taksim. Un'esortazione ripeto: a riconoscere, ad attuare, a non perdere il senso e significato di questa bella parola: democrazia. Dimenticarla, smarrirla, anche solo per un momento, potrebbe rappresentare una strada senza ritorno. Una strada che, negli ultimi tempi, sembra essere tutta in discesa.

Damiano Priante
Responsabile Cultura GD Senigallia

lunedì 12 maggio 2014

INTERVISTA A MANUELA BORA, CANDIDATA EUROPEA MARCHIGIANA





1.         Sei giovane e sei donna come queste due categorie possono cambiare il futuro dell'Europa?
 
In questo delicato periodo storico la generazione under 35, quella maggiormente investita dalla crisi nella delicata fase della crescita, dello studio e dell’ingresso nel mondo del lavoro, non può tirarsi indietro e deve anzi essere in prima linea per battersi per un’Europa diversa: più giusta, più libera, più competitiva e più forte. Per questa ragione credo che il PD debba raccogliere l’indicazione proveniente non solo dalla sua organizzazione giovanile, ma anche da tanti giovani amministratori, segretari di circolo, militanti e iscritti, attivi nei più disparati campi della società civile, dell’associazionismo e del volontariato: questa volta la nostra generazione, se davvero si è deciso di voltare pagina, deve concorrere con una candidatura che possa rappresentarne il punto di vista nella competizione per l’elezione del nuovo Parlamento Europeo.
La legge per le elezioni europee consente di esprimere tre preferenze, rendendo più agevole per ampi settori dell’elettorato e del Partito Democratico la possibilità di scegliere di votare per una candidatura giovane senza rinunciare a sostenere altre persone. Non chiediamo un posto sicuro in una lista bloccata per un coetaneo, ma dal basso proponiamo di far vincere al Partito Democratico la sfida di rappresentare la generazione under 35, sempre più sfiduciata e lontana dalla politica, bisognosa di una proposta di forte cambiamento in Europa. Quella generazione che nel futuro del nostro continente rimette le proprie aspettative e le proprie speranze.
Il Pd avrà per le candidature alle europee cinque donne alla guida delle liste del Partito democratico nelle cinque circoscrizioni. E’ un segnale molto forte, che dimostra la grande sensibilità sul tema della presenza femminile.
Dietro alla svolta rosa c’è sicuramente l’impegno di farmi portavoce di alcune questioni importanti e ancora irrisolte, come il tema dell’uguaglianza di genere, della parità salariale e il dramma del genericidio.

2.         Secondo te l'Europa dovrebbe aumentare i fondi regionali per contrastare il digital divide?
 
Nella nuova programmazione comunitaria 2014-2020 l’Europa ha messo a disposizione, attraverso il piano europeo Horizon 2020, 77 miliardi di euro in sette anni per dare una scossa alla connettività nell’Agenda digitale. L’obiettivo di Horizon 2020 è assicurare una connessione Internet da 30 Megabit al 100% della rete e da 100 megabit al 50% a tutti i Paesi membri. Ma gli obiettivi appaiono ambiziosi, visto che la banda larga attualmente copre il 14% del territorio italiano contro il 54% della media Ue e pertanto le risorse comunitarie non appaiono sufficienti a raggiungere un traguardo così importante. A confermarlo è lo stesso Maurizio Dècina, docente al Politecnico di Milano, il quale ha stimato che dieci miliardi di euro possano bastare solo per ottenere il 50% delle case connesse, con la copertura dell’80% del territorio. Egli ha inoltre sottolineato che gli obiettivi di Horizon 2020 sono assolutamente irrealizzabili visto che in Italia esiste ancora un digital divide che priva di connessione Internet ben 2,5 milioni di cittadini.
Personalmente ritengo che l’Europa dovrebbe aumentare i fondi regionali per contrastare il digital divide, perché il ritardo nell’Agenda digitale e banda larga costa all’Italia 35 miliardi di euro. Per fortuna intanto il governo sta accelerando su tre fronti dell’Agenda Digitale: l’anagrafe nazionale (frutto dell’unificazione di tutte le anagrafi comunali), l’identità digitale (per semplificare i servizi di e-government) e la fatturazione elettronica (entro  giugno 2014 la PA potrà ricevere solo fatture elettroniche).

3.         Pensi che se Schultz verrà eletto presidente della Commissione Europea sarà possibile rivedere i vincoli di bilancio europei?
 
Il rispetto degli impegni presi è fondamentale per la fiducia nell’Italia e nell’Ue, ma è altrettanto importante che gli obblighi di riduzione del debito siano ponderati alla luce di fattori rilevanti come la stagnazione economica, la deflazione dei prezzi, i forti crediti verso la pubblica amministrazione e il bisogno di rilanciare gli investimenti.
Il candidato dei socialisti europei Martin Schultz ha pubblicamente dichiarato di condividere le riforme del Governo Renzi, perché non mettono in discussione gli impegni derivanti dai trattati europei a cominciare da Maastrich. L'obiettivo con cui infatti Renzi è salito a Bruxelles è quello di far considerare fuori dal patto di stabilità i fondi comunitari, i soldi per rimettere a posto le scuole e quelli per gli interventi di messa in sicurezza del territorio.
Il semestre europeo è molto importante, non è vero che è un appuntamento burocratico. L'Italia ci può arrivare avendo molto da dire e da fare e la revisione del patto di stabilità interno è uno dei temi a me più cari, poiché durante l’esperienza di consigliere comunale e Presidente della Commissione Bilancio mi sono continuamente misurata con le difficoltà dei comuni, in particolar modo con quelle economiche.



mercoledì 29 gennaio 2014

PROGRAMMA #WORKCITY

#workcity

Il progetto “Work City” nasce dall'esigenza di fronteggiare una crisi di carattere economico–lavorativo divenuta ormai sistemica, che rende evidente la necessità di una riconversione del tessuto imprenditoriale del territorio.
La principale ricchezza del nostro Paese sta nelle idee e nelle capacità di impresa possedute dai propri cittadini, i quali troppo spesso si trovano a dover affrontare le difficoltà di carattere burocratico–amministrativo che ostacolano l'avviamento di nuove attività.
È doveroso mettere a disposizione gli strumenti e le informazioni necessarie al fine di poter rendere concrete e realizzabili le iniziative che possono concorrere a dare nuovo slancio all'economia locale, nonché in grado di creare nuova occupazione.
Il primo passo per perseguire la realizzazione di quest’obiettivo passa per un’informazione diretta e completa di tutte quelle che possono essere le opportunità di ottenimento di finanziamenti e/o agevolazioni.
Il principale indirizzo che si propone il progetto “Work City” è quello del filone dei finanziamenti a livello europeo, che, come ormai noto, a fronte di un’ampia disponibilità d’intervento, viene concretamente sfruttata solo in minima parte e monitorata ancor meno. Basti pensare che a fronte di circa 60.000.000.000 € stanziati dall'U.E. solo circa 40.000.000.000 € di questi vengono utilizzati; pertanto appare evidente come vi sia un ampio spazio di intervento al fine di rendere maggiormente accessibili tali fondi.

In Italia esiste ancora molta confusione riguardo ai finanziamenti europei. È necessario innanzitutto partire dai cosiddetti fondi europei (o fondi comunitari), ovvero le risorse finanziarie del bilancio dell’Unione europea, per poi comprendere che queste risorse finanziarie vengono gestite con due modalità differenti.
Si possono infatti distinguere due tipologie di fondi europei: i fondi gestiti direttamente dalla Commissione europea e i fondi la cui gestione è demandata agli Stati membri attraverso le loro amministrazioni centrali e periferiche.

Nel caso dei fondi europei a gestione diretta è la Commissione europea con sede a Bruxelles, o una sua Agenzia delegata, che eroga i fondi direttamente agli utilizzatori finali, attraverso la partecipazione ai bandi pubblicati periodicamente sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (GUUE) o dalle singole DG della Commissione europea, nei diversi settori di attività.
Questo  tipo  di  fondi  europei  seguono  due  procedure  di  aggiudicazione  distinte:  la sovvenzione (call for proposal) e il bando di gara (call for tender).

Nel caso dei fondi europei a gestione indiretta, le risorse finanziarie del bilancio dell’UE vengono trasferite agli Stati membri, in particolare alle Regioni, che sulla base dei programmi operativi ne dispongono l’utilizzazione e l’assegnazione ai beneficiari finali. Queste risorse sono rappresentate principalmente dai Fondi strutturali e dal Fondo di coesione. Di questo tipo di finanziamenti europei danno ampia informativa i siti istituzionali delle Regioni.
Per quanto riguarda i Fondi Europei a gestione indiretta, esistono vari livelli di programmazione per la distribuzione dei medesimi, che così sinteticamente si possono indicare:

Fra i documenti di programmazione dei fondi strutturali, il Programma Operativo (PO) specifica le azioni pluriennali (Misure) che verranno realizzate per il conseguimento di una o più priorità strategiche (Assi). Tali Assi sono quelli delineati nel Quadro Comunitario di Sostegno (QCS), nel cui ambito il PO è inserito. Il PO quindi rappresenta una forma d’intervento dei Fondi per l'attuazione di un QCS.

I Programmi Operativi possono essere a titolarità nazionale (PON)  o regionale (POR) e usufruiscono delle risorse di uno o più Fondi strutturali.
Oltre a descrivere Assi e Misure, i PO contengono un piano finanziario indicativo, che precisa per ciascun Asse e per ogni anno la dotazione prevista.

Il PON contribuisce ad inserire i sistemi regionali, sui quali si basa la concreta attuazione degli interventi programmati attraverso i Programmi Operativi Regionali (POR), in un quadro nazionale coerente.

Tra i vari  fondi  strutturali, troviamo ad esempio il FSE (Il Fondo sociale europeo):

Il Fondo sociale europeo (FSE) è il principale strumento utilizzato dall’UE per sostenere l'occupazione, aiutare i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e assicurare opportunità lavorative più eque per tutti. A questo fine, l’FSE investe nel capitale umano dell’Europa: i lavoratori, i giovani e chi è alla ricerca di un lavoro. Grazie a una dotazione di 10 miliardi di euro l’anno, l’FSE aumenta le prospettive occupazionali di milioni di cittadini europei, prestando particolare attenzione a chi incontra maggiori difficoltà a trovare lavoro.

La Commissione europea e gli Stati membri dell’UE stabiliscono congiuntamente le priorità dell’FSE e le modalità di assegnazione delle sue risorse. Una di queste priorità consiste nella promozione dell’adattabilità dei lavoratori e delle imprese, grazie allo sviluppo, rispettivamente, di nuove competenze e nuovi metodi di lavoro. Altre riguardano invece il miglioramento dell'accesso all'occupazione essendo volte ad aiutare i giovani nella transizione dal mondo della scuola a quello del lavoro oppure a impartire formazione ai disoccupati scarsamente qualificati per migliorarne le prospettive occupazionali. La formazione professionale e l’apprendimento permanente, che consentono ai cittadini di ottenere nuove competenze, costituiscono
una parte significativa di molti progetti dell’FSE.

Mediante un’altra priorità si intende poi aiutare le persone appartenenti a gruppi svantaggiati a trovare lavoro: l’attenzione loro riservata rientra negli obiettivi di promozione dell'inclusione sociale ed è un segno di quanto sia importante il ruolo svolto dall'occupazione nel favorire l'integrazione dei cittadini nella società e nella vita quotidiana. La crisi finanziaria ha spinto a moltiplicare gli sforzi profusi per consentire ai cittadini di mantenere il proprio lavoro o, nel caso lo abbiano perduto, per aiutarli a trovarne al più presto uno nuovo.

Altra importante tipologia di Fondo è il FESR (Il Fondo europeo di sviluppo regionale):

Il  FESR  mira  a  consolidare  la  coesione  economica  e  sociale  dell'Unione  europea correggendo gli squilibri fra le regioni.
In sintesi, il FESR finanzia:
*  aiuti diretti agli investimenti nelle imprese (in particolare le PMI) volti a creare posti di lavoro sostenibili;
*         infrastrutture   correlate   ai   settori   della   ricerca   e   dell’innovazione, delle telecomunicazioni, dell’ambiente, dell’energia e dei trasporti;
*       strumenti finanziari (fondi di capitale di rischio, fondi di sviluppo locale ecc.) per sostenere lo sviluppo regionale e locale ed incentivare la cooperazione fra città e regioni;
*      misure di assistenza tecnica.


Il FESR può intervenire nell'ambito dei tre nuovi obiettivi della politica regionale:
▪ Convergenza

▪ Competitività regionale e Occupazione

▪ Cooperazione territoriale europea
Il FESR accorda inoltre particolare attenzione alle specificità territoriali. Il fondo interviene nelle aree urbane per ridurre i problemi economici, ambientali e sociali. Le zone che presentano svantaggi geografici naturali (regioni insulari, aree montuose scarsamente popolate) godono di un trattamento specifico. Nell'ambito del FESR è inoltre previsto un aiuto specifico per le zone ultra periferiche per affrontare i possibili svantaggi dovuti al loro isolamento.


Per quanto riguarda i Fondi Europei a gestione diretta, questi sono gestiti direttamente da Bruxelles e possono essere richiesti da persone giuridiche, pubbliche o private, stabilite negli Stati membri dell’UE o appartenenti ad altri paesi che partecipano ai programmi europei di riferimento, quali ad esempio: associazioni di categoria, camere di commercio, centri di ricerca, enti di formazione, enti locali, imprese, ONG, parti sociali, università, ecc.

I finanziamenti per i vari progetti si sviluppano tramite le sovvenzioni comunitarie, che vengono assegnate a titolo di co-finanziamento per progetti o obiettivi specifici, generalmente tramite inviti a presentare proposte (call for proposals). Si tratta di finanziamenti essenzialmente tematici con obiettivi specifici - ambiente, ricerca, formazione - concepiti e attuati dai vari dipartimenti della Commissione europea o dalle agenzie esecutive.

Dalle considerazioni fatte fino ad ora e dal quadro emerso dall'analisi preliminare svolta, riteniamo che lo strumento più efficace per agevolare gli intenti preposti, possa essere uno sportello con le seguenti funzioni:

Informazione:
* capacità  di fornire informazioni relative alle opportunità ed  ai bandi esistenti, tramite una comunicazione chiara e puntuale, privilegiando il mezzo di pubblicazione online.

Assistenza:
* reperimento documentazione necessaria per la formulazione delle domande  di accesso ai finanziamenti, capacità di rispondere alle varie necessità che potrebbero
emergere.

Risposta al bando:
* ultimata la fase preliminare di orientamento e reperimento documenti, lo sportello dovrà assistere l'utente e assicurare la correttezza e completezza dell'iter procedimentale.

Per strutturare questo ultimo passaggio che potrebbe risultare il più complesso ed articolato, sarebbe opportuno creare un tavolo di lavoro che coinvolga i vari enti, che in maniera congiunta possano determinare quale sia la forma più adeguata.
Ad es. l'assistenza potrebbe essere offerta in forma completamente gratuita per i giovani che vogliano  avviare  una  prima  attività,  o  alle  categorie  sociali  maggiormente colpite dall'attuale  crisi  economica;  per  le  PMI  o  le  piccole  attività  artigianali  già  avviate, si potrebbe studiare una forma contributiva deguata.

É importante sottolineare che la costituzione di questo servizio potrebbe essere finanziata dagli stessi fondi che l'U.E mette a disposizione; per verificare questo è importante accedere quanto prima possibile alle informazioni riguardanti la stesura del nuovo POR.

Altro elemento chiave di questo progetto deve essere la capacità del suddetto sportello di inter-relazionarsi con i vari enti territoriali, creando una filiera che passi dal Comune alla provincia e alla regione sino ad arrivare al palazzo della regione Marche a Bruxelles.

Questo è il momento più opportuno per intraprendere una simile iniziativa, dal momento in cui in questo periodo si sta ultimando il varamento del: Quadro di programmazione economica Ue 2014-2020

Federazione Giovani Democratici Ancona