mercoledì 29 gennaio 2014

PROGRAMMA #WORKCITY

#workcity

Il progetto “Work City” nasce dall'esigenza di fronteggiare una crisi di carattere economico–lavorativo divenuta ormai sistemica, che rende evidente la necessità di una riconversione del tessuto imprenditoriale del territorio.
La principale ricchezza del nostro Paese sta nelle idee e nelle capacità di impresa possedute dai propri cittadini, i quali troppo spesso si trovano a dover affrontare le difficoltà di carattere burocratico–amministrativo che ostacolano l'avviamento di nuove attività.
È doveroso mettere a disposizione gli strumenti e le informazioni necessarie al fine di poter rendere concrete e realizzabili le iniziative che possono concorrere a dare nuovo slancio all'economia locale, nonché in grado di creare nuova occupazione.
Il primo passo per perseguire la realizzazione di quest’obiettivo passa per un’informazione diretta e completa di tutte quelle che possono essere le opportunità di ottenimento di finanziamenti e/o agevolazioni.
Il principale indirizzo che si propone il progetto “Work City” è quello del filone dei finanziamenti a livello europeo, che, come ormai noto, a fronte di un’ampia disponibilità d’intervento, viene concretamente sfruttata solo in minima parte e monitorata ancor meno. Basti pensare che a fronte di circa 60.000.000.000 € stanziati dall'U.E. solo circa 40.000.000.000 € di questi vengono utilizzati; pertanto appare evidente come vi sia un ampio spazio di intervento al fine di rendere maggiormente accessibili tali fondi.

In Italia esiste ancora molta confusione riguardo ai finanziamenti europei. È necessario innanzitutto partire dai cosiddetti fondi europei (o fondi comunitari), ovvero le risorse finanziarie del bilancio dell’Unione europea, per poi comprendere che queste risorse finanziarie vengono gestite con due modalità differenti.
Si possono infatti distinguere due tipologie di fondi europei: i fondi gestiti direttamente dalla Commissione europea e i fondi la cui gestione è demandata agli Stati membri attraverso le loro amministrazioni centrali e periferiche.

Nel caso dei fondi europei a gestione diretta è la Commissione europea con sede a Bruxelles, o una sua Agenzia delegata, che eroga i fondi direttamente agli utilizzatori finali, attraverso la partecipazione ai bandi pubblicati periodicamente sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (GUUE) o dalle singole DG della Commissione europea, nei diversi settori di attività.
Questo  tipo  di  fondi  europei  seguono  due  procedure  di  aggiudicazione  distinte:  la sovvenzione (call for proposal) e il bando di gara (call for tender).

Nel caso dei fondi europei a gestione indiretta, le risorse finanziarie del bilancio dell’UE vengono trasferite agli Stati membri, in particolare alle Regioni, che sulla base dei programmi operativi ne dispongono l’utilizzazione e l’assegnazione ai beneficiari finali. Queste risorse sono rappresentate principalmente dai Fondi strutturali e dal Fondo di coesione. Di questo tipo di finanziamenti europei danno ampia informativa i siti istituzionali delle Regioni.
Per quanto riguarda i Fondi Europei a gestione indiretta, esistono vari livelli di programmazione per la distribuzione dei medesimi, che così sinteticamente si possono indicare:

Fra i documenti di programmazione dei fondi strutturali, il Programma Operativo (PO) specifica le azioni pluriennali (Misure) che verranno realizzate per il conseguimento di una o più priorità strategiche (Assi). Tali Assi sono quelli delineati nel Quadro Comunitario di Sostegno (QCS), nel cui ambito il PO è inserito. Il PO quindi rappresenta una forma d’intervento dei Fondi per l'attuazione di un QCS.

I Programmi Operativi possono essere a titolarità nazionale (PON)  o regionale (POR) e usufruiscono delle risorse di uno o più Fondi strutturali.
Oltre a descrivere Assi e Misure, i PO contengono un piano finanziario indicativo, che precisa per ciascun Asse e per ogni anno la dotazione prevista.

Il PON contribuisce ad inserire i sistemi regionali, sui quali si basa la concreta attuazione degli interventi programmati attraverso i Programmi Operativi Regionali (POR), in un quadro nazionale coerente.

Tra i vari  fondi  strutturali, troviamo ad esempio il FSE (Il Fondo sociale europeo):

Il Fondo sociale europeo (FSE) è il principale strumento utilizzato dall’UE per sostenere l'occupazione, aiutare i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e assicurare opportunità lavorative più eque per tutti. A questo fine, l’FSE investe nel capitale umano dell’Europa: i lavoratori, i giovani e chi è alla ricerca di un lavoro. Grazie a una dotazione di 10 miliardi di euro l’anno, l’FSE aumenta le prospettive occupazionali di milioni di cittadini europei, prestando particolare attenzione a chi incontra maggiori difficoltà a trovare lavoro.

La Commissione europea e gli Stati membri dell’UE stabiliscono congiuntamente le priorità dell’FSE e le modalità di assegnazione delle sue risorse. Una di queste priorità consiste nella promozione dell’adattabilità dei lavoratori e delle imprese, grazie allo sviluppo, rispettivamente, di nuove competenze e nuovi metodi di lavoro. Altre riguardano invece il miglioramento dell'accesso all'occupazione essendo volte ad aiutare i giovani nella transizione dal mondo della scuola a quello del lavoro oppure a impartire formazione ai disoccupati scarsamente qualificati per migliorarne le prospettive occupazionali. La formazione professionale e l’apprendimento permanente, che consentono ai cittadini di ottenere nuove competenze, costituiscono
una parte significativa di molti progetti dell’FSE.

Mediante un’altra priorità si intende poi aiutare le persone appartenenti a gruppi svantaggiati a trovare lavoro: l’attenzione loro riservata rientra negli obiettivi di promozione dell'inclusione sociale ed è un segno di quanto sia importante il ruolo svolto dall'occupazione nel favorire l'integrazione dei cittadini nella società e nella vita quotidiana. La crisi finanziaria ha spinto a moltiplicare gli sforzi profusi per consentire ai cittadini di mantenere il proprio lavoro o, nel caso lo abbiano perduto, per aiutarli a trovarne al più presto uno nuovo.

Altra importante tipologia di Fondo è il FESR (Il Fondo europeo di sviluppo regionale):

Il  FESR  mira  a  consolidare  la  coesione  economica  e  sociale  dell'Unione  europea correggendo gli squilibri fra le regioni.
In sintesi, il FESR finanzia:
*  aiuti diretti agli investimenti nelle imprese (in particolare le PMI) volti a creare posti di lavoro sostenibili;
*         infrastrutture   correlate   ai   settori   della   ricerca   e   dell’innovazione, delle telecomunicazioni, dell’ambiente, dell’energia e dei trasporti;
*       strumenti finanziari (fondi di capitale di rischio, fondi di sviluppo locale ecc.) per sostenere lo sviluppo regionale e locale ed incentivare la cooperazione fra città e regioni;
*      misure di assistenza tecnica.


Il FESR può intervenire nell'ambito dei tre nuovi obiettivi della politica regionale:
▪ Convergenza

▪ Competitività regionale e Occupazione

▪ Cooperazione territoriale europea
Il FESR accorda inoltre particolare attenzione alle specificità territoriali. Il fondo interviene nelle aree urbane per ridurre i problemi economici, ambientali e sociali. Le zone che presentano svantaggi geografici naturali (regioni insulari, aree montuose scarsamente popolate) godono di un trattamento specifico. Nell'ambito del FESR è inoltre previsto un aiuto specifico per le zone ultra periferiche per affrontare i possibili svantaggi dovuti al loro isolamento.


Per quanto riguarda i Fondi Europei a gestione diretta, questi sono gestiti direttamente da Bruxelles e possono essere richiesti da persone giuridiche, pubbliche o private, stabilite negli Stati membri dell’UE o appartenenti ad altri paesi che partecipano ai programmi europei di riferimento, quali ad esempio: associazioni di categoria, camere di commercio, centri di ricerca, enti di formazione, enti locali, imprese, ONG, parti sociali, università, ecc.

I finanziamenti per i vari progetti si sviluppano tramite le sovvenzioni comunitarie, che vengono assegnate a titolo di co-finanziamento per progetti o obiettivi specifici, generalmente tramite inviti a presentare proposte (call for proposals). Si tratta di finanziamenti essenzialmente tematici con obiettivi specifici - ambiente, ricerca, formazione - concepiti e attuati dai vari dipartimenti della Commissione europea o dalle agenzie esecutive.

Dalle considerazioni fatte fino ad ora e dal quadro emerso dall'analisi preliminare svolta, riteniamo che lo strumento più efficace per agevolare gli intenti preposti, possa essere uno sportello con le seguenti funzioni:

Informazione:
* capacità  di fornire informazioni relative alle opportunità ed  ai bandi esistenti, tramite una comunicazione chiara e puntuale, privilegiando il mezzo di pubblicazione online.

Assistenza:
* reperimento documentazione necessaria per la formulazione delle domande  di accesso ai finanziamenti, capacità di rispondere alle varie necessità che potrebbero
emergere.

Risposta al bando:
* ultimata la fase preliminare di orientamento e reperimento documenti, lo sportello dovrà assistere l'utente e assicurare la correttezza e completezza dell'iter procedimentale.

Per strutturare questo ultimo passaggio che potrebbe risultare il più complesso ed articolato, sarebbe opportuno creare un tavolo di lavoro che coinvolga i vari enti, che in maniera congiunta possano determinare quale sia la forma più adeguata.
Ad es. l'assistenza potrebbe essere offerta in forma completamente gratuita per i giovani che vogliano  avviare  una  prima  attività,  o  alle  categorie  sociali  maggiormente colpite dall'attuale  crisi  economica;  per  le  PMI  o  le  piccole  attività  artigianali  già  avviate, si potrebbe studiare una forma contributiva deguata.

É importante sottolineare che la costituzione di questo servizio potrebbe essere finanziata dagli stessi fondi che l'U.E mette a disposizione; per verificare questo è importante accedere quanto prima possibile alle informazioni riguardanti la stesura del nuovo POR.

Altro elemento chiave di questo progetto deve essere la capacità del suddetto sportello di inter-relazionarsi con i vari enti territoriali, creando una filiera che passi dal Comune alla provincia e alla regione sino ad arrivare al palazzo della regione Marche a Bruxelles.

Questo è il momento più opportuno per intraprendere una simile iniziativa, dal momento in cui in questo periodo si sta ultimando il varamento del: Quadro di programmazione economica Ue 2014-2020

Federazione Giovani Democratici Ancona

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